DIMENSIONAMENTO SCUOLE: ECCO la delibera del CONSIGLIO DI ZONA 3 MILANO


Nella seduta del 20 ottobre il Consiglio di zona 3 ha approvato la delibera proposta dalla Commissione Educazione e Istruzione Pubblica che esprimendo perere contrario chiede una deroga sui tempi definiti
CONSIGLIO DI ZONA 3 MILANO
COMMISSIONE EDUCAZIONE E ISTRUZIONE PUBBLICA
RELAZIONE
Il Consiglio di Zona 3 in merito alla proposta di dimensionamento presentata dall’amministrazione comunale di Milano delibera quanto segue.



  • VISTO l’art. 19, commi 4 e 5 del decreto legge n. 98 del luglio 2011 (allegato), convertito con modificazioni in legge n. 111 del 15 luglio 2011; (allegato)


  • VISTA la nota MIUR n. 7286 del 11 luglio 2011


  • VISTA la Proposta di riordino e funzionalizzazione delle autonomie scolastiche di Milano formulata il 7 ottobre 2011 dalla Direzione Centrale Famiglia, Scuola e Politiche Sociali – Settore Servizi per Minori e Giovani del Comune di Milano; (allegata)


  • VISTO che alcune Regioni italiane hanno presentato ricorso al TAR contro il decreto legge n. 98 del luglio 2011, convertito con modificazioni in legge n. 111 del 15 luglio 2011
    CONSIDERATO


  • che la tempistica per la proposta del nuovo dimensionamento e la sua decorrenza dall’anno scolastico 2011/2012 prevedono tempi troppo ristretti per la formulazione di una proposta condivisa;


  • che, infatti, la formulazione della proposta del nuovo dimensionamento non è stata partecipata né condivisa dalle Autonomie Scolastiche nelle loro diverse componenti (dirigenti scolastici, insegnanti, personale ATA e genitori) e dalle Zone di decentramento proprio nella fase di avvio della loro progressiva trasformazione in Municipalità;
    che dalla proposta formulata il 7 ottobre 2011 dalla Direzione Centrale Famiglia, Scuola e Politiche Sociali – Settore Servizi per Minori e Giovani del Comune di Milano conseguirebbero istituti scolastici di 1.500, 1.600, 1.700 alunni, numeri ben lontani dai 1.000 previsti;


  • che nella proposta citata gli istituti proposti verrebbero distribuiti anche addirittura su sei plessi scolastici, distanti tra loro e in molti casi “a cavallo” tra più zone (per esempio per quello che a noi interessa, la 3 e la 2 in un caso e la 3 e la 4 in un altro), proprio in un momento in cui il Comune sta avviando una politica di decentramento di funzioni alle zone, anche in materia di interventi, di manutenzione e non, sulle scuole dell’obbligo, ostacolando se non contraddicendo il processo di progressiva trasformazione delle zone di decentramento in Municipalità;


  • che interventi di razionalizzazione delle Autonomie Scolastiche, anche se ritenuti necessari, vanno proposti ed attuati con le attenzioni e la partecipazione che il delicato mondo della scuola merita e nel pieno rispetto del diritto dei cittadini di avere una scuola pubblica di qualità;


  • che l’accorpamento potrà essere realizzato solo conoscendo i flussi scolastici e con la partecipazione attiva anche dei consigli d’istituto;


  • che l’accorpamento in istituti comprensivi delle scuole materne, elementari e medie deve tener conto, tra le altre cose, della territorialità, per garantire la continuità didattica;


  • che gli istituti comprensivi, realizzati nel modo affrettato, come previsto dal legislatore, dovranno fare i conti con la complessità dell’operazione, per le difficoltà ad assicurare la continuità educativa, curricolare, organizzativa, didattica e amministrativa ( per es.: revisione dei P.O.F., ricomposizione dei collegi docenti, sostituzione dei revisori dei conti, riordino delle procedure per il programma annuale ecc.);


  • che si deve inoltre tener conto del fatto che nella sola provincia di Milano, a fronte dell’aumento degli alunni, si sono persi 1.287 insegnanti e 670 personale ATA. Le scuole hanno perciò già dovuto sopportare in questi ultimi due anni una profonda riorganizzazione interna, dovendo fare i conti con un diminuito numero di insegnanti di sostegno, con l’eliminazione delle ore di compresenza destinate a progetti e quindi in generale con la conseguente impossibilità di applicare autenticamente il modello educativo - didattico del tempo pieno nelle primarie e, del tempo potenziato, nelle secondarie di I grado.

IL CONSIGLIO DI ZONA 3
CHIEDE



  • che il MIUR, l’Amministrazione Provinciale di Milano e la Regione Lombardia concedano una deroga sufficiente sui tempi già definiti, finalizzata a definire un percorso di progressiva attuazione dell’art. 19, commi 4 e 5, del D.L. 98/2011, rimandandone l’attuazione all’anno scolastico 2012/2013;


  • che l’Amministrazione Comunale realizzi un tavolo di confronto con i dirigenti scolastici e con i presidenti di commissione dei nove Consigli di Zona per affrontare in modo complessivo la riorganizzazione scolastica;


  • che sia mantenuta l’autonomia delle attuali istituzioni scolastiche fino alla definizione precisa delle future aggregazioni;


  • che siano prorogati fino al 31 agosto 2012 gli attuali Organi Collegiali degli Istituti oggetto della proposta formulata il 7 ottobre 2011 dalla Direzione Centrale Famiglia, Scuola e Politiche Sociali – Settore Servizi per Minori e Giovani del Comune di Milano per i quali è già previsto il rinnovo nelle giornate del 20 e 21 novembre


IL CONSIGLIO DI ZONA 3


PROPONE



  • che nella definizione dei nuovi Istituti Comprensivi siano rispettati i confini delle zone di decentramento della città;


  • che il nuovo dimensionamento possa coinvolgere tutte le Autonomie Scolastiche, compresi gli Istituti Comprensivi già esistenti, per favorire una più razionale distribuzione delle scuole e l’abbassamento delle dimensioni dei futuri Istituti Comprensivi;


  • che si eviti di raggruppare in Istituti Comprensivi plessi scolastici tra loro distanti e soprattutto di realizzare strutture mastodontiche, non gestibili sul piano educativo e organizzativo;


  • che siano proposti i nuovi Istituiti Comprensivi anche in deroga al numero previsto di 1000 alunni;


  • che sia assegnato un Dirigente Scolastico per ogni Istituto, indipendentemente dalle sue dimensioni, senza ricorrere alle “reggenze”, l’uso delle quali determina un abbassamento della qualità del lavoro del Dirigente oberato dal peso di troppi e troppo grossi Istituti nonché un cambio troppo frequente dei Dirigenti nelle scuole a danno della qualità e della continuità didattica ed educativa
    IL PRESIDENTE

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